Un tempo, esplorare nuovi mondi era un passatempo per persone facoltose. Solo pochi potevano permettersi il lusso di viaggiare per divertimento (e non per cercare un posto dove vivere, per migrare). Il massimo, per molti di loro, era esplorare luoghi sconosciuti. Dove non era arrivato nessuno prima di loro (o almeno, nessuno partito da dove venivano loro).
Poi, per molti anni, questa forma di ostentazione della propria ricchezza è calata: ormai raggiungere mete lontane e posti inesplorati è diventato facile anche a chi non dispone di risorse eccezionali. Anche le destinazioni più esclusive (in realtà, semplicemente più care) sono ormai sempre meno. Posti come Nammos, una striscia di sabbia sulla costa sud-occidentale dell’isola greca di Mykonos. Qui si affollano le star più famose (da Kate Moss, Lindsay Lohan e Ariana Grande a Philip Green, Wayne Rooney e Usain Bolt). Troppa gente. Niente che possa attrarre i ricchi in cerca di Avventura (quella con la A maiuscola). Loro cercano di posti dove pochissimi sono stati prima di loro. Da sempre, le persone più facoltose e affamate di avventura cercano traguardi inesplorati e inesplorabili.
Ora rivolgono la propria attenzione verso l’estremo. Verso nuovi orizzonti. In tutti i sensi. Per farlo, alcuni di loro sono pronti a spendere cifre da capogiro. Ad esempio, per volare nello spazio. Nel 2021, il magnate britannico Richard Branson pare abbia pagato una somma impressionante per essere uno dei primi quattro passeggeri a volare nello spazio sull’aereo a razzo Virgin Galactic. Raggiunta l’altitudine di 50.000 piedi, questo razzo avrebbe acceso i razzi ed esplorato lo spazio a tre volte la velocità del suono, circa 2.300 miglia orarie. Poi raggiunta la quota giusta, quasi 300.000 piedi, i motori si sarebbero spenti e l’aereo si sarebbe librato nello spazio. Un viaggio di circa un’ora ma un’esperienza unica. Non per tutti però solo per turisti avventurosi e pieni di soldi.
Anche il fondatore di Amazon Jeff Bezos ha cercato di organizzare il primo volo spaziale umano. Ha lanciato la società Blue Origin. E la SpaceX di Elon Musk starebbe pianificando di portare in orbita passeggeri “paganti”. Perfino Boeing starebbe esplorando questo settore di mercato: utilizzare il suo veicolo spaziale Starliner per trasportare facoltosi turisti spaziali.
Tutto per un solo scopo: poter dire “sono stato io il primo a farlo”. Soddisfare il desiderio di turisti miliardari pronti a pagare ogni prezzo pur di raggiungere e oltrepassare quella che per gli “altri” è l’ultima frontiera, per raggiungere posti dove pochi sono stati prima di loro. É questo l’ultimo divertimento per chi ha soldi da sprecare: milioni di dollari per andare dove solo in pochi sono riusciti. Sì perché il punto fondamentale di questi “viaggi” è che devono costare più di quanto la maggior parte degli esseri umani sarebbe disposta a spendere. Ma c’è un’altra caratteristica che accomuna questi viaggi: devono essere avventurosi. Forse anche pericolosi. Solo così possono scatenare l’adrenalina in chi li fa. E l’invidia (più che l’ammirazione) di chi leggerà la notizia che “loro” lo hanno fatto.
Viaggi pericolosi come scalare uno dei quattordici ottomila metri al mondo. Uno “sport” un tempo riservato a pochi alpinisti estremi: molti di loro sono morti nel tentativo di raggiungere la vetta. Ora c’è chi organizza questi viaggi senza rinunciare al lusso. Pare che una società offra, al campo base dell’Everest, docce calde, sessioni di yoga e addirittura una tenda da pranzo con uno schermo cinematografico. “I ragazzi che vengono nelle mie avventure alla fine vogliono soffrire un po’, è così che si sentono vivi. Altrimenti, starebbero in un resort a cinque stelle da qualche parte” dicono gli organizzatori. È la nuova frontiera del turismo estremo di lusso. Un’altra società, White Desert Antarctica, offre sistemazioni “premium” vicino al Polo Sud. Per qualche decina di migliaia di dollari a notte ci sono sacchi a pelo riscaldati e alloggi di lusso (o quasi). Naturalmente senza rinunciare a chef di gran classe. Altro che cibi precotti e tende iper-tecnologiche ma spartane come quelle dei “normali” esploratori.
Tra quelli che avevano partecipato ad un viaggio simile pare ci fossero anche il miliardario Hamish Harding e il dirigente pakistano/britannico Shahzada Dawood. I loro nomi sono diventati tristemente famosi (ma solo per pochi giorni) dopo il fallimento del loro ennesimo viaggio estremo per persone estremamente ricche. Entrambi erano a bordo del sommergibile Titan che è imploso nell’Oceano Atlantico settentrionale il 18 giugno scorso. Anche quello del Titan era un viaggio “estremo” per miliardari in cerca di adrenalina: osservare il relitto del Titanic a una profondità di circa 12.500 piedi non è da tutti. Quello del turismo estremo per ultra-ricchi resta un settore di nicchia. Ma i numeri sono in crescita. Il numero di aziende che offrono avventure pericolose per i super-ricchi aumenta di giorno in giorno. I percoli sono quasi un “must” per chi compra questi pacchetti.
Dopo l’implosione del Titan nei giorni scorsi, in molti hanno detto che, già nel 2018 erano stati sollevati dubbi sulla sicurezza di queste immersioni. Dal materiale utilizzato (la struttura dello scafo del Titan era in fibra di carbonio, mentre, in genere, i sottomarini per immersioni profonde hanno scafi in metallo) ai sistemi di comunicazione (pare che alcuni passeggeri, in passato, avessero già segnalato problemi riguardanti la comunicazione, la navigazione e la galleggiabilità). Ma l’esplorazione di un relitto a 12.500 piedi di profondità è una cosa che pochi hanno fatto. Non sono molte le aziende che offrono immersioni per vedere il Titanic dal vivo. E per chi è pronto a spendere una fortuna per vantarsi di essere finito così in basso, i rischi fanno parte del “pacchetto”: il relitto è incredibilmente inaccessibile, pericoloso da visitare e intriso di mitologia.
Un motivo di più per spendere una barca di soldi per immergersi per cercare di vedere una barca, il Titanic, affondata più di un secolo fa. Una barca che, prima del varo, era stata presentata come l’emblema dello sfarzo e del lusso. Un livello di eleganza che attirò tante persone facoltose che comprarono il biglietto per quel viaggio solo per poter dire “io c’ero”. Molte di loro ora giacciono in fondo al mare. Accanto a molti di quelli che su quella nave erano saliti, non per un passatempo da ricchi, ma nella speranza di trovare una nuova vita in America.
In una intervista alla CNN, l’ex presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha denunciato la differenza di attenzione che i media hanno dedicato a questo evento: “In questo momento abbiamo una copertura di 24 ore di questo sottomarino […] Allo stesso tempo, appena al largo della costa della Grecia, abbiamo avuto 700 morti”, ha detto riferendosi ai migranti morti in mare nei giorni scorsi. Anche ai tempi del Titanic, i media dedicarono grande attenzione a questo evento. Delle 2.223 persone a bordo, solo 706 riuscirono a mettersi in salvo. Le vittime furono più di 1.500. Tra loro 685 dell’equipaggio e 702 tra passeggeri di seconda e terza classe. Anche la loro morte, come di quella dei migranti dei giorni scorsi, non ha fatto (quasi) notizia.