La valorizzazione dell’agroalimentare di qualità negli Stati Uniti d’America diventa un’occasione da coltivare per le imprese italiane interessate a promuovere i propri prodotti sul mercato locale e ad allargare le opportunità di business. La nuova presidenza democratica e la definitiva chiusura delle politiche protezioniste genera un nuovo slancio all’export dell’eccellenza italiana e numerose sono le idee che iniziano a svilupparsi per rafforzare le dinamiche commerciali tra Italia e USA.
Recentemente è stato lanciato un nuovo progetto di valorizzazione del Made in Italy negli Usa attraverso la società di importazione e distribuzione Evol USA Inc. La società nasce nel 2014 per concentrarsi nell’arena commerciale del Mid Atlantic Specialty Food. Le vendite del Fine Italian Food sono state valorizzate, nel corso degli anni, con una capillare presenza di Agenti Alimentari Regionali e un ufficio commerciale estremamente attivo ubicato nel contesto geografico di Philadelphia. L’Ufficio commerciale è sempre attivo nel fornire informazioni e indicazioni per creare sinergie tra le aziende italiane e quelle statunitense.
Un’occasione per quelle aziende che non hanno la possibilità di affrontare costi considerevoli in autonomia. Logistica, investimenti, comunicazione e promozione dei prodotti appartengono alla vita stessa di un export ben fatto negli USA. Il concetto di “Eccellenza italiana” è spesso valorizzato più all’estero che nel nostro Paese, un paradosso commerciale concreto che va affrontato. Con i costi produttivi del Made in Italy di qualità, interi comparti trovano sbocchi con l’export in quei mercati dove la consumer spending pro-capite è più alta. Nei retail italiano non è assolutamente raro trovare Olio Extra Vergine d’Oliva a 3 euro al litro, prodotti non del tutto italiani con conseguenze per i piccoli produttori del vero Made in Italy che diventano devastanti, rovinando la reputazione a quelle PMI che costituiscono il vero DNA dell’Italia all’estero.
In uno scenario altamente competitivo, la società attiva dal 2014 dedica massima attenzione alla distribuzione di eccellenze che appartengono alla filiera produttiva italiana, trasformando l’attività di export in un’opportunità da non sottovalutare. La fine del capitolo dazi americani sull’export agroalimentare italiano verso gli Stati Uniti ha risvegliato il mercato. Formaggi soprattutto, ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi, agrumi, succhi e liquori, per un totale di cinque miliardi di euro di esportazioni all’anno.
A esultare è tutto il mondo agricolo e industriale italiano, alla notizia della sospensione di quattro mesi delle tariffe aggiuntive tra Usa e Ue per la controversia Airbus-Boeing, annunciata venerdì 5 marzo dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo una telefonata con il presidente americano Joe Biden. “Gli Stati Uniti sono una destinazione fondamentale per l’export italiano di formaggi e l’Italia è il primo fornitore straniero per gli Usa, con circa 38mila tonnellate nel 2019, per un controvalore di quasi 350 milioni di euro. E gli Usa sono la prima destinazione extra-Ue per le imprese italiane. Nel 2020, a causa dell’accoppiata dazi-pandemia, abbiamo visto un vero e proprio crollo delle vendite negli Usa: -18% in volume e -21% in valore, per una perdita complessiva di circa 50 milioni di euro”, aveva recentemente ricordato Paolo Zanetti, presidente di Assolatte.