L’interessante iniziativa fieristica di Sealogy Digital Preview, l’evento internazionale digitale interamente dedicato al mare e alle sue risorse, ha visto l’inizio dei lavori con il coinvolgimento e la partecipazione di un nutrito pubblico di esperti e di addetti ai diversi settori che compongono la Blue Economy.
Un evento internazionale e virtuale teso a promuovere e diffondere buone pratiche, esperienze, contenuti tecnici e specialistici di alto livello, ma anche una vetrina per le imprese, con opportunità, occasioni di confronto, momenti di scambio e consulenze, per offrire un aiuto concreto allo sviluppo economico e imprenditoriale degli attori della Blue Economy. Una delle prime sessioni è stata quella legata al “progetto Prizefish”, una sessione formativa online che ha approfondito soluzioni innovative per la pesca, la trasformazione e la conservazione dei prodotti ittici dell’Adriatico.
I lavori hanno visto la partecipazione di Uriano Meconi dell’Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche, di Alessia Cariani dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali e di Ivan Matijašević dell’Organizzazione di Produttori Omega 3 dalla Croazia. Focus importanti di analisi sono state le tecnologie innovative per la pesca dei piccoli pelagici, quali sardine e acciughe, e il progetto pilota dell’Organizzazione di Produttori Omega 3 incentrato sulle tecnologie innovative per la lavorazione di alcune specie demersali, quali gamberi e cefalo.
Altro approfondimento è stato dedicato al progetto pilota dell’Organizzazione di Produttori Istra, con la relazione di Mario Lovrinov, esperto consulente per OP Omega 3. Importante progetto analizzato durante i lavori è stato quello relativo alle tecnologie innovative per la raccolta, la selezione e la lavorazione dei molluschi bivalvi, un progetto pilota dell’Organizzazione di Produttori Bivalvia del Veneto e un’importante relazione di Igor Celić dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale.
Durante i lavori sono stati illustrati i primi tre prototipi innovativi testati ed i primi risultati raggiunti in rapporto ai filetti di sardina confezionati in atmosfera protettiva e innovativa, le vongole ready-to-cook confezionate sottovuoto e sottoposte a trattamento con alte pressioni idrostatiche (HHP) e la produzione di burger di pesce e crostacei confezionati sottovuoto e sottoposti a trattamento con alte pressioni idrostatiche.
L’importanza di tale innovazione per il settore è stata descritta dal professore Pietro Rocculi dell’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari. Nel corso dei lavori è emerso che alcune attrezzature possono generare un minore stress sull’impatto ambientale.
Sostenere l’innovazione di un processo per l’aumento della sostenibilità della filiera dei prodotti ittici rappresenta la sfida della pesca e dell’acquacoltura del prossimo futuro. Generalmente, risulta necessario sviluppare nuovi approcci, nuovi processi e nuovi prodotti per rispondere alle aspettative dei consumatori, avendo sempre presente il prerequisito della qualità del prodotto, ovvero, la sicurezza e la sostenibilità che il nuovo processo di applicazione tecnologica genera sia sul tempo del processo di lavorazione che sull’energia utilizzata. Altro elemento essenziale è il processo di riduzione degli scarti.
L’applicazione di tecnologie legate all’ottimizzazione della conservazione dei prodotti della pesca tramite l’utilizzo della pressione può essere importante per ottimizzare i processi di consumo della lavorazione e preservare la qualità e l’integrità delle carni. Inoltre, il confezionamento in atmosfera protettiva permette di modificare l’atmosfera all’interno della confezione, rimuovendo l’ossigeno per quei prodotti che facilmente si possono ossidare e quindi rallentare i fenomeni di degradazione. Riuscire a sviluppare un approccio tecnologico nel mondo della pesca vuol dire coinvolgere una rete di professionalità, sviluppare un sistema con il mondo dei piccoli pescatori, la rete di esperti e accademici legati alla ricerca scientifica, le associazioni per la protezione dell’ambiente e, infine, con gli stessi consumatori finali.