In tutto il mondo, il 2 Aprile si celebra la Giornata mondiale dell’Autismo. Un “disturbo” del quale si parla poco. Certamente non abbastanza. Se non altro per il fatto che, secondo le ultime stime, nel mondo, almeno un bambino su 160 soffre di ASD, Disturbi dello Spettro Autistico. Anzi, in alcuni paesi, la situazione potrebbe essere ancora più impressionante: nel 2018, negli USA, i CDC, i Centers for Disease Control and Prevention, hanno pubblicato un rapporto nel quale si parlava di un caso ogni 59!
Diverse le cause di questa “disattenzione” (e nessuna di queste giustificata). Il disturbo dello spettro autistico è difficilmente diagnosticabile. É caratterizzato da un certo tipo di comportamento sociale, della comunicazione e nel linguaggio in parte compromessi e da una gamma ristretta di interessi e attività che sono unici per l’individuo e svolti ripetutamente. Fenomeni che si manifestano già nella prima infanzia e che tendono a persistere nell’adolescenza e nell’età adulta. In alcuni casi sono evidenti già nei primi 5 anni di vita del bambino. Una diagnosi precoce non è semplice. Nonostante la sua diffusione diagnosticare l’ASD può essere difficile: non esiste un test medico, come un esame del sangue o simile, in grado di rilevarlo. Per fare una diagnosi, l’unica possibilità è osservare il comportamento e lo sviluppo del bambino.
L’ASD non conosce differenze di razza o di etnia: spesso i dati sono diversi a causa delle modalità e della rilevanza di alcune diagnosi (mancanza di test o altro). A questo si aggiunge che la presenza dell’ASD in molti paesi a basso e medio reddito è praticamente sconosciuta. Al contrario, esisterebbero differenze rilevanti in base al sesso dei soggetti interessati: pare che la probabilità di rilevare l’ASD sia anche 4,5 volte maggiore nei maschi che nelle femmine. Ma anche in questo caso recenti studi hanno evidenziato che potrebbero derivare dal fatto che i sintomi della ASD nelle bambine potrebbero manifestarsi in modo diverso nelle femmine e nei maschi non permettendo una diagnosi precoce.
Ciò che è certo è che il numero dei casi sta aumentando a ritmo vertiginoso. A questo si aggiunge che i soggetti affetti da ASD presentano anche altre patologie: epilessia, depressione, ansia e disturbo da deficit di attenzione iperattività (ADHD).
Sconosciute le cause dell’ASD. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che l’autismo non è solo legato a fattori genetici: sono diverse le cause che rendono maggiore la probabilità che un bambino possa presentare una ASD, inclusi fattori ambientali. Non sarebbe sbagliato quindi parlare di causa epigenetiche.
Per i soggetti con ASD è fondamentale l’aspetto sociale: se è vero che alcuni bambini affetti da ASD non mostrano differenze nei tratti somatici rispetto ai coetanei, per contro, il loro modo di comunicare, di interagire, di comportarsi e di apprendere sono estremamente differenti. Così come diverso è il loro modo di reagire agli stimoli esterni.
Purtroppo non esiste una cura per l’ASD. Esistono solo trattamenti di intervento precoce che possono migliorare lo sviluppo del bambino affetto da ASD. Specie se adottati dalla nascita fino ai primi 3 anni (36 mesi) di vita. Trattamenti che possono aiutare il bambino a imparare a parlare, camminare e interagire con gli altri in modo più consono alle loro necessità. É per questo motivo che, in molti casi, non si dovrebbe aspettare una diagnosi ASD formale per avviare il trattamento per sintomi particolari (come la logopedia per ritardi linguistici).
Sono molti i settori dove l’ASD richiederebbe un’attenzione maggiore: dall’assistenza alle famiglie, alla scuola passando per la salute pubblica. Considerando il numero dei casi, le risorse della sanità pubblica dovrebbero essere adeguate: basti pensare che, solo negli USA, i costi per l’ASD ammontano ad una cifra che oscillerebbe da 11.5 a 60.9 miliardi di dollari (la differenza deriva dalla corretta analisi di costi diretti e indiretti, delle cure mediche e dei servizi di educazione e assistenza specifici). A questo si aggiunge che spesso i costi crescono dato che i soggetti con ASD sono più vulnerabili a fattori di rischio legati al comportamento, all’inattività fisica e a scarse preferenze dietetiche.
Man mano che questi bambini diventano adolescenti, e poi adulti, i problemi sociali, per loro aumentano. Spesso vengono stigmatizzati e discriminati. A volte sono vittime di violenze, lesioni e abusi. Una barriera legata alla scarsa conoscenza dell’ASD da parte della gente. Per questo motivo l’OMS ha dedicato a questa patologia l’OMS una risoluzione: la WHA67.8. Nel maggio 2014, la Sessantasettesima Assemblea Mondiale della Sanità ha adottato un documento intitolato “Sforzi completi e coordinati per la gestione dei disturbi dello spettro autistico (ASD)”, con il quale l’OMS esortava gli Stati membri a collaborare con le agenzie partner per rafforzare le capacità nazionali di far fronte affrontare all’ASD e ad altri disturbi dello sviluppo.
Purtroppo questa risoluzione è stata sottoscritta e sostenuta solo da poco più di 60 paesi (su 196 facenti parte delle NU). Il risultato è che, ancora oggi, un bambino su cinquanta non riceve dalle autorità e dalla società le attenzioni che meriterebbe.
La sua colpa? Nessuna: solo soffrire di un “disturbo” che non sa neanche di avere…