Tra morti, pandemie, crisi economiche epocali e chi più ne ha più ne metta, fa piacere ogni tanto leggere una buona notizia: 34 anni dopo la stipula del protocollo di Montreal, il buco dell’ozono pare si stia definitivamente chiudendo.
Per decenni la questione del buco dell’ozono è stata al centro del dibattito ambientalista globale (un po’ come oggi le emissioni di CO2): gli scienziati si accorsero che un gas utilizzato nella maggior parte delle bombolette spray stava causando gravi danni allo strato di ozono che protegge la terra dalle radiazioni UV.
Principale responsabile il freon, all’epoca largamente diffuso (il freon è un marchio commerciale che comprende diversi tipi di gas: CFC, HCFC, HFC, HFE e CFE). Con il protocollo di Montreal, nel 1987, si mise al bando l’uso di questi gas. Ma già alcuni anni prima la Svezia aveva vietato gli spray contenenti gas che causano danni allo strato di ozono. Dopo l’accordo di Montreal, piano piano, il suo esempio venne seguito da quasi tutti gli altri paesi (ma in alcune zone della Cina orientale lo si utilizzò ancora a lungo).
Nel 2015 il buco sopra l’Antartide si era ridotto di 4 milioni di kmq rispetto al 2000 (anno di massima espansione del buco) finché nel Gennaio 2021, a 33 anni dal protocollo di Montreal, i rilevamenti mostrano che il buco dell’ozono si sta definitivamente chiudendo. E si stanno cominciando a rilevare gli effetti del recupero di questo strato protettivo: i ricercatori hanno dimostrato che dal 2000 si sta riducendo lo spostamento verso sud del Jet Stream estivo che, molto probabilmente, è correlato proprio al recupero dell’ozono stratosferico.
Secondo i ricercatori, bisognerà attendere il 2050 perché lo strato di ozono si risani completamente. Intanto, però, i dati rilevati mostrano che, quando i paesi adottano le politiche giuste per l’ambiente, i risultati sono possibili. Al contrario, quando, come nel caso delle emissioni di CO2, si fa finta di non capire cosa sta accadendo, i problemi rimangono tali. E le notizie sullo stato dell’ambiente sono sempre negative.