Sabato 14 ottobre nel centro storico della città di Palermo, in un pomeriggio soleggiato con temperatura mite e gradevole, si è svolto il secondo dei due cortei previsti per la seconda edizione del Corteo Storico Rievocativo “Carlo Aragona Tagliavia”, siciliano eclettico che ha attraversato il Rinascimento Europeo, tanto da meritarsi, in vita, il riconoscimento di “Magnus Siculus” da parte dei suoi coevi. L’evento ha ottenuto i patrocini di Presidenza ARS, Comune di Palermo e Teatro Massimo.
Per comprendere meglio la rievocazione del corteo storico, serve approfondire brevemente la figura di Carlo Aragona Tagliavia e lo abbiamo fatto con uno degli organizzatori, Frate Agostino da Castelvetrano che ha tracciato un percorso storico relativo alla figura di Aragona, personaggio eccezionale che nel tempo riuscì a diventare figura di primo piano della sua epoca. Carlo Aragona Tagliavia, soprannominato “Magnus Siculus” nacque a Palermo il 25 dicembre del 1521 e morì a Madrid il 23 settembre 1599.
Raggiungendo presto le vette dell’aristocrazia siciliana fu un nobile e politico a servizio della Corona Spagnola e con il matrimonio con Antonia Concessa Aragona, discendente della Real Casa di Sicilia, assunse il cognome in Aragona Tagliavia di stirpe regia. Nel lungo periodo siciliano ebbe particolare attenzione per i suoi feudi nel Principato di Castelvetrano dove nel 1564 fondò il convento dei Frati Cappuccini offrendo reliquie preziose tra cui un crocifisso “miracoloso” che ad oggi, ogni anno i frati cappuccini del convento festeggiano con devozione. Grazie alla sua ulteriore nomina di governatore della Sicilia nel 1566 ebbe l’idea di riqualificare determinate zone urbanistiche della città di Palermo tra cui via del Cassero e piazza Bologni. A seguito di innumerevoli altri incarichi assegnati dalla monarchia spagnola, la sua figura divenne cara alla popolazione siciliana a cui restò molto vicina chiedendo nel testamento di essere seppellito non a Madrid, ove morì nel 1599, ma a Castelvetrano nella chiesa di San Domenico. Nella sua notevole bontà e devozione, il Principe a Castelvetrano lasciò beni a conventi e chiese, come riporta il testamento; grande mecenate che ha reso moderna la città e le sue architetture nel sec. XVI.
Cristoforo Grotta, tra gli organizzatori, ci ha spiegato che la rete di associazioni di queste iniziative del terzo settore (volontariato), non nascono solamente per offrire assistenza, ma essendo incubatori di impresa sociale in continua espansione offrono quindi un servizio evoluto come per esempio questo Corteo Storico che compensa le emissioni di CO2 attraverso la realizzazione di un sink bioclimatico in ambito urbano e non solo.
Tra i vari organizzatori e fondatori delle Associazioni che contribuiscono con attività legate al corteo rievocativo e impegno sociale è corretto menzionare Emilio Totta, fondatore del “Piccolo Coro Della Pace” della parrocchia Santa Maria della Pace e Stefano Drago dell’ODV “Il Genio di Palermo” e Giulio Abbate dell’”Associazione del Sorriso” (Onlus).
Evidente lo stupore e la meraviglia dei moltissimi turisti che affollano il capoluogo siciliano durante questo mese cosi come le moltissime comitive di giovani altrettanto incuriositi alla vista di un corteo nobiliare di decine di figuranti che con passo lento e sontuoso, hanno percorso il tragitto dell’isola pedonale da Piazza Politeama fino alle scalinate del Teatro Massimo passando per via Ruggero Settimo.
Maestosi i costumi dei figuranti, dove ogni dettaglio, colore e cucitura, rende evidente il percorso di documentazione storica che ha curato ogni dettaglio e che prende le mosse da un progetto sociale portato avanti dalle Associazioni facenti parte della Rete della Casa del Terzo Settore, una sartoria sociale dal nome “Sartorine” con tanto di proprio marchio depositato, specializzata nella realizzazione di abiti d’epoca secondo stringenti criteri storici dettati da un Comitato Scientifico.
Le parole che abbiamo scambiato con la presidentessa dell”associazione Sartorine, Francesca Alessi spiegano l’impegno e la solerzia con cui viene svolto il lavoro complesso dell’associazione: “il progetto della sartoria sociale è nato originariamente per creare corredi dalle mani pazienti e laboriose di persone sensibili con disagi legati a solitudine che in reciproca compagnia avrebbero beneficiato di un concreto ed efficace vantaggio psicologico e terapeutico.
Grazie al supporto di Frate Agostino che ha fornito degli abiti creati da sarti di Castelvetrano, è venuta l’ingegnosa idea di sviluppare ed ampliare il concetto di “sartoria” e, registrando il marchio dell’associazione “Satorine”, si è avviata, con il supporto di un comitato, un vero e proprio studio storico relativo agli abiti e costumi del Rinascimento spagnolo e non solo, con il compito arduo di ricrearli il più fedelmente possibile cosi come erano in quei decenni, il tutto con pazienza e con le evidenti difficoltà legate alla mancanza di finanziamenti. Il tutto con l’obiettivo di ampliare la preparazione di costumi e abiti fedeli a più epoche storiche con lo scopo di diventare impresa”.
La seconda edizione è stata organizzata con perizia e dedizione. Risulta palese che iniziative culturali e storiche come questa avranno ampio margine nel futuro della Sicilia nella costante conferma del prezioso e immenso bagaglio storico che questa terra vanta come imprescindibile tesoro assoluto.