I Diritti Umani oggi perdono uno dei maggiori rappresentanti in assoluto. Gino Strada ci ha lasciato e l’Italia perde un instancabile pacifista e curatore delle vittime di guerra d’ogni età.
L’associazione umanitaria Emergency fondata nel 1994 da Gino Strada, dalla moglie Teresa Sarti con Carlo Garbagnati e Giulio Cristoffanini ha curato e salvato centinaia di vittime innocenti di guerre assurde e insensate. Sempre in prima fila e poco propenso ad autocelebrazioni, Gino Strada ha da sempre mostrato quella ferrea e rigorosa critica contro ogni ipocrisia e i suoi toni sono sempre stati perentori, accesi, concreti e diretti.
Da medico pacifista e attivista ha messo in campo grandi competenze accumulate nel tempo frutto di esperienze maturate in prima fila tenendo a cuore la sorte e la salute dei dimenticati della storia. Gino oggi ci ha lasciato ci si chiede come mai non abbia mai ricevuto un doveroso premio Nobel per la pace tanto meritato nei lunghi anni di costate lavoro nella sua organizzazione internazionale a sostegno e supporto di malati dei Paesi in conflitto.
La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile in un periodo storico cosi difficile proprio mentre il mondo ha tanto bisogno di cure per la sopravvivenza. In un suo libro dal titolo “Buskashì. Viaggio dentro la guerra” scrisse: “Se uno di noi, uno qualsiasi di noi esseri umani, sta in questo momento soffrendo come un cane, è malato o ha fame, è cosa che ci riguarda tutti. Ci deve riguardare tutti, perché ignorare la sofferenza di un uomo è sempre un atto di violenza, e tra i più vigliacchi”.
Il sito ufficiale di Emergency ha da poco pubblicato un comunicato toccante e incisivo:
“Il nostro amato Gino è morto questa mattina.
È stato fondatore, chirurgo, direttore esecutivo, l’anima di EMERGENCY.
“I pazienti vengono sempre prima di tutto”, il senso di giustizia, la lucidità, il rigore, la capacità di visione: erano queste le cose che si notavano subito in Gino. E a conoscerlo meglio si vedeva che sapeva sognare, divertirsi, inventare mille cose.
Non riusciamo a pensare di stare senza di lui, la sua sola presenza bastava a farci sentire tutti più forti e meno soli, anche se era lontano.
Tra i suoi ultimi pensieri, c’è stato l’Afghanistan, ieri.
È morto felice.
Ti vogliamo bene Gino.”