Gli omicidi di bambini e minorenni in Iran non sono in nessun modo giustificabili. Vanno condannati su tutti i fronti.
É importante, però, non limitarsi a guardare la punta dell’iceberg fingendo di non vedere cosa avviene in tutto il Medio Oriente. A novembre, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti dei Minori, l’UNICEF ha lanciato un appello affermando che i “bambini nella regione continuano a subire l’impatto devastante di conflitti prolungati, violenza comunitaria, ordigni esplosivi e residuati bellici, e disordini politici e sociali che permeano diversi paesi”. Paesi come Iran, ma anche Iraq, Libia, Sudan, Siria, Yemen, all’interno del conflitto israelo-palestinese e in molti altri.
In quell’occasione, l’UNICEF ha parlato di quasi 580 bambini uccisi in conflitti o vittime di violenze in tutta la regione MENA solo nel 2022. Di loro, però, i media non hanno parlato. Così come non hanno speso nemmeno una goccia d’inchiostro sui dati diffusi dalle Nazioni Unite sulle conseguenze sui bambini della guerra nello Yemen. Secondo l’ONU, da quando i combattimenti si sono intensificati nel 2015, sarebbero più di 11.000 i bambini e le bambine uccisi o feriti nella guerra in Yemen. Una media di quattro al giorno! E si teme che il numero reale sia molto più alto. Il capo dell’agenzia, Catherine Russell, completando la sua visita in Yemen ha chiesto un rinnovo urgente della tregua tra governo e ribelli Houthi. L’accordo annunciato ad aprile 2022 ha portato a una significativa riduzione dell’intensità del conflitto, ma questo non ha impedito di registrare 62 bambini sono stati uccisi o feriti tra ottobre e novembre. Anche di questi bambini non si è detto nulla. In Yemen, sono almeno 74 i bambini uccisi o feriti da mine antiuomo e ordigni inesplosi tra luglio e settembre 2022. Anche questa notizia è finita nel dimenticatoio mediatico. “Migliaia di bambini hanno perso la vita, altre centinaia di migliaia rimangono a rischio di morte per malattie prevenibili o fame”, ha detto la delegata dell’UNICEF dopo aver visitato un ospedale nella città di Aden. Lo Yemen era e rimane una delle situazioni umanitarie più urgenti del mondo: più di 23,4 milioni di persone, quasi tre quarti della popolazione, hanno bisogno di assistenza e protezione. E più della metà sono bambini. L’UNICEF stima che 2,2 milioni di giovani sono gravemente malnutriti, tra cui quasi 540.000 bambini sotto i cinque anni che soffrono di malnutrizione acuta grave. Di loro nessuno mostra le foto. Nessuno lancia appelli e denunce. Nessuno chiede di intervenire.
Ormai di questa (come di tante altre guerre in atto nel mendo) non parla più nessuno. Si preferisce dedicare ampi spazi mediatici alla visita del presidente ucraino in visita alla Casa Bianca e al Congresso in abiti militari (un comportamento che molti esperti hanno definito una mancanza di rispetto e “un insulto incredibile”, come ha dichiarato il conduttore di “Newsmax” Benny Johnson in un tweet).
Tornando ai bambini uccisi in Medio Oriente, a luglio 2022 nessuno ha parlato dei 17 bambini palestinesi uccisi dagli attacchi aerei sulla Striscia di Gaza. 49 i morti (di cui, come si diceva, 17 bambini) e 360 i feriti. Bambini che non vedevano l’ora di trascorrere un’estate piena di gioia: avevano programmato di giocare a calcio, andare in spiaggia e frequentare il campo estivo. In tre giorni, le forze israeliane avrebbero ucciso 17 di questi bambini. L’esercito israeliano ha dichiarato che alcune delle vittime civili erano state uccise da razzi lanciati male, senza fornire prove verificate in modo indipendente. Dal canto suo, il ministero della Sanità palestinese ha affermato che tutte le persone uccise erano morte a causa degli attacchi aerei israeliani. “Non c’è spazio sicuro nella Striscia di Gaza per i bambini palestinesi e le loro famiglie e sopportano sempre più il peso delle ripetute offensive militari israeliane”, ha dichiarato Ayed Abu Eqtaish, direttore del programma di responsabilità presso l’ONG Defence for Children International – Palestine (DCIP). Ma le sue parole non sono finite sulle prime pagine di tutti giornali occidentali. La guerra israelo-palestinese va avanti da decenni e non fa più notizia. Nemmeno quando a morire sono decine di bambini. Nessun giornale, ad agosto 2022, si è precipitato a mostrare le foto dei bambini uccisi. In Israele, sempre ad agosto, cinque bambini sono rimasti uccisi durante un attacco delle forze armate israeliane al cimitero di Falluja. Nessuno dei media occidentali si è precipitato a pubblicare i loro nomi. Si chiamavano: Jamil Nijm (quattro anni), Jamil Ihab Nijm (13 anni), Hamed Haidar Hamed Nijm (16 anni) e Muhammed Salah Nijm (16 anni). Sono stati uccisi mentre erano seduti accanto alla tomba del nonno nel cimitero nel nord della Striscia di Gaza.
A novembre 2022, l’UNICEF ha ricordato che tra i punti chiave forniti dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia c’è il diritto alla vita. I paesi che hanno ratificato la Convenzione (e tra loro Iran, Iraq, Egitto, Siria, Yemen, Israele e molti altri paesi mediorientali in guerra) hanno l’obbligo di proteggere i bambini nei conflitti e nelle violenze e di garantire il loro diritto intrinseco alla vita. “Il diritto dei bambini ad essere protetti dalla violenza dovrebbe essere sostenuto in ogni momento e da tutte le parti in conflitto”, ha dichiarato l’UNICEF. “La violenza non è mai una soluzione, e la violenza contro i bambini non è mai difendibile”.
Le violenze sui bambini devono essere condannate sempre e in qualsiasi paese. Non essere utilizzate come strumento politico.