L’Italia e l’innovazione nel mondo dell’agricoltura presentate all’interno di Maker Faire Rome, una delle più importanti manifestazioni sull’innovazione in Europa, che si è svolta completamente in modalità digitale con la collaborazione del Santa Chiara Lab, della Camera di Commercio di Roma delle Aziende Speciali “Innova Camera”, “Agro Camera” e la testata giornalistica Rinnovabili.it, che ha organizzato una serie di eventi tematici sulle innovazioni sostenibili nell’agrifood. Maker Faire Rome è l’edizione europea della storica fiera di San Francisco e, con oltre 100mila presenze nelle ultime tre edizioni, è seconda per dimensioni solo a quella della Bay Area statunitense. Fortemente voluta dalla Camera di Commercio di Roma, che la organizza attraverso la sua azienda speciale Innova Camera, si è svolta la prima volta nella Capitale nel 2013 distinguendosi subito dalle altre per una sua reinterpretazione più estesa. Nel corso dei lavori dell’edizione digitale italiana hanno partecipato alcune aziende e organizzazioni italiane che hanno presentato i propri progetti alla Fondazione Prima e due di tali aziende parteciperanno ad una iniziativa durante i lavori di Dubai Expo.
Durante il panel digitale moderato dal giornalista Fiorino Pietro Iantorno, relazione importante è stata quella di Paolo Glisenti, commissario del padiglione Italia all’Expo di Dubai. Glisenti ha ribadito: “Il rinvio di Expo Dubai al 2021 fa sì che l’agrifood sostenibile sarà al centro degli interessi dell’Expo. Un confronto con 190 paesi e numerosi centri di ricerca proprio su tali tematiche. Con il supporto della Fondazione Prima e di Angelo Riccaboni porteremo il modello dell’innovazione agroalimentare in ottica mediterranea. L’agricoltura 4.0 e l’economica circolare nel Mediterraneo, con le strategie di innovazione delle nostre imprese e delle nostre strutture di ricerca saranno valorizzate a Dubai come le idee che tali centri stanno sviluppando sulla pesca, le scienze marine, i diritti di navigazione, la dieta mediterranea, l’agricoltura e il food. Se pensiamo all’uso delle risorse idriche, alla protezione della fertilità dei terreni e alla salute, capiamo l’importanza di tali temi per il nostro dibattito. Sul cibo sicuro e accessibile abbiamo tanto da offrire così come vogliamo sviluppare nuovi modelli di collaborazione internazionale per la promozione del cibo nel mondo e la lotta alla fame. Altro tema che emergerà a Dubai è quello dell’integrazione delle risorse scientifiche e di ricerca nell’agrifood, un punto centrale della discussione e dei tempi che l’Italia svilupperò durante l’Expo. L’obiettivo è quello di contribuire in qualche modo a generare nuovo sviluppo dei territori e nuovi approcci multidisciplinari da valorizzare e far conoscere. Imprese innovative con sensori, droni e intelligenza artificiale, una ricchezza importante per il nostro futuro e la nostra capacità presente. Le imprese finaliste di Prima sono un esempio di un modello di collaborazione multidisciplinare così come la collaborazione tra le imprese e le università di tutto il Mediterraneo”.
Durante i lavori è stato presentato il progetto di una start up che ha generato una trappola robotica per gli insetti nocivi, che elabora anche delle foto che permettono di registrare e calcolare dati e informazioni per le imprese agricole. A tal riguardo, Andrea Sozzi Sabatini di Agrorobotica ha dichiarato: “In tal modo noi avremo un’indicazione precisa di quando gli insetti attaccano i prodotti dell’agricoltura. Il 50% delle perdite sul campo del food è dovuto ad insetti e a specie non autoctone di insetti presenti nel nostro bacino. Tramite il monitoraggio riusciamo ad intervenire nel momento più opportuno, con la massima cattura degli insetti e valorizzando al massimo i prodotti biologici attraverso innovazione e sensori di ricerca. Attraverso le nostre trappole siamo riusciti a ridurre del 75% l’utilizzo dei trattamenti per gli insetti, valorizzando l’ambiente e il prodotto”.
Successivamente è intervenuto Francesco Barbagli di BioDea, azienda che ha elaborato un progetto legato alle biomasse. Barbagli ha dichiarato: “Abbiamo elaborato un estratto vegetale prodotto dalle biomasse vegetali recuperate da tagli residuali di bosco. Un distillato che ha la peculiarità di aumentare la clorofilla e combattere le patologie per le piante. Un prodotto che può cambiare l’agricoltura convenzionale. Un siero complesso che permette attraverso pochi milligrammi di trattare le piante. Abbiamo già sviluppato tale prodotto sugli ortaggi, la viticultura e la frutticultura. In alcuni casi riusciamo ad avere processi di resistenza per le piante davvero elevati, combattendo l’attacco dagli insetti non autoctoni. Un prodotto in linea con gli ordinamenti comunitari che ha attirato interesse anche da parte di alcune imprese della Corea del Sud”.
Altro progetto interessante è quello descritto da Giorgia Pontetti di Ferrari Fam che ha coniugato ricerca spaziale e agricoltura attraverso la produzione idroponica. Ferrari Farm ha due impianti che permettono di creare ambienti di coltivazione autoctoni a prescindere dalle condizioni ambientali esterne, con un’impiantistica completamente informatizzata e con la riduzione al minimo dell’utilizzo dell’acqua. Pontetti ha ribadito: “la serra è uno strumento tecnologico che possiamo utilizzare al meglio per produrre tutto ciò che vogliamo nel migliore dei modi e nel massimo della sostenibilità. Stiamo studiando tantissimo e attualmente vediamo un’importante ricerca sullo zafferano per combattere le malattie così come un giorno puntiamo a coltivare il nostro pomodoro nello spazio e su Marte”.
Successivamente, Giulia Giuffrè di Irritec ha relazionato sul rapporto tra l’irrigazione e la sostenibilità, ricordando che l’attualità della propria azienda vede undici sedi produttive commerciali, con una presenza in più di cento paesi in Europa, Nord America e Africa. Giuffrè ha ricordato che “il 70% dell’acqua è consumata dall’agricoltura e dobbiamo ottimizzare tale processo attraverso l’irrigazione a goccia che permette di dare acqua in piccole quantità con soluzioni nutrizionali alle piante. Un modo per raddoppiare la produzione di cibo in tutto il mondo senza sprecare ulteriore acqua. Abbiamo realizzato un prodotto brevettato per acque difficili, ovvero, utilizzare acqua di bassa qualità che attraverso i nostri meccanismi possono utilizzare tale bene tramite un doppio filtro e sensori che ottimizzano il consumo di energia. Il nostro prodotto aiuta l’agricoltura recuperando tutta l’acqua presente nei contesti dei campi e minimizza lo spreco di energia”.
Altra azienda presentata è stata quella di Planet Farms di Luca Travaglini che ha sviluppato una tecnologia per produrre ovunque e con l’utilizzo del 98% in meno di acqua, indipendentemente dal fattore ambientale esterno. Durante i lavori online, Travaglini ha dichiarato: “Stiamo lavorando per produrre erbe aromatiche e insalata senza necessità di lavare il prodotto prima del consumo e attraverso delle lampade artificiali stiamo puntando a migliorare al massimo l’apporto nutrizionale del prodotto anche fuori stagione. Tramite la tecnologia blockchain abbiamo sviluppato anche un bene estremamente innovativo e tracciato dal seme al prodotto finale”.
Successivamente, Luigi Galimberti dell’azienda “Sfera Agricola” ha relazionato sulla produzione del pomodoro da varietà “geneticamente scarsa” che permette di valorizzare al massimo la qualità del prodotto. L’azienda ha creato a Grosseto coltivazioni che ha creato lavoro per più di 250 persone con un fatturato che è giunto quasi a 12 milioni di euro. “Puntiamo a sviluppare un sistema di agricoltura resiliente, per avere un prodotto che sia adatto ai cambiamenti climatici e vada incontro ai sistemi sociali ed economici della nostra attualità”, ha ricordato Galimberti. In conclusone dei lavori è intervenuto Angelo Riccaboni della Fondazione Prima e del Santa Chiara Lab che ha ribadito la visione e la sostenibilità delle attività delle imprese nel Mediterraneo e di come tale sostegno incida sulla redditività di fronte alle sfide dell’attualità.
“I nostri innumerevoli progetti spingono su innovazione e partecipazione e la nostra valorizzazione delle pratiche comuni può generare un’emulazione interessante di un percorso che continuerà con altre iniziative e progetti. Sono tantissime le imprese e i centri di ricerca che hanno partecipato al nostro bando e molti i progetti che hanno elaborato innovazione, sostenibilità ambientale, irrigazione, intelligenza artificiale e tecnologia blockchain” ha dichiarato Riccaboni. Molte le proposte progettuali visionabili sulla piattaforma digitale della Fondazione Prima, come quella dedicata ai “Grani Autoctoni del Mediterraneo – InGraMed”, progetto promosso da Gi.&Me. Association, presieduta dall’ingegnere Franz Martinelli, che attraverso la ricerca scientifica e storica dei prodotti cerealicoli autoctoni, vuole contribuire a porre l’alimentazione al centro delle realtà sociali su cui dover puntare, a partire dalla cooperazione dell’Italia con la Tunisia. Abbracciare l’intera filiera, dai piccoli agricoltori che lavorano e seminano le varietà tradizionali di grano duro, con le donne che ne fanno prodotti ad alto valore aggiunto fino alla distribuzione finale di questi prodotti ad alta capacità nutrizionale. In conclusione, sono state selezionate le due aziende che saranno presentate a Dubai: “Iritech” e “Sfera Agricola” per la loro capacità di generare innovazione, sostenibilità e promozione di pratiche resilienti per l’agricoltura del presente e del futuro.