Si è svolta una nuova iniziativa di approfondimento dedicata alla blue economy, in modalità online, organizzata dal gruppo di lavoro WestMed. Ospitato dai coordinatori nazionali WestMed per l’Italia, in particolare il Dipartimento di coesione all’interno della Presidenza italiana dei Ministri e del Ministero degli Affari esteri il gruppo di lavoro intende monitorare e sviluppare idee legate alla blue economy.
Liberare il potenziale della “blue economy” significa puntare su molti settori: la pesca l’acquacoltura, il turismo costiero, il trasporto commerciale, l’energia marina, dal moto ondoso o dalle maree alla produzione eolica off shore, con il 90% delle turbine eoliche marine del mondo installate in acque europee, e le industrie emergenti come le biotecnologie acquatiche.
Westmed è un’iniziativa della Commissione Europea – DG MARE, finalizzata all’implementazione della comune agenda in materia di Blue Economy/Blue Growth sostenibile tra i paesi del Dialogo 5+5 (Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Marocco, Mauritania, Portogallo, Spagna, Tunisia). Nell’ambito delle attività di assistenza tecnica a favore di stakeholders pubblici e privati, al fine di favorire partenariati euromediterranei e partecipare a bandi e programmi di finanziamento UE (e non UE), il National Hub italiano, guidato da Leonardo Manzari e Laura Parducci, intende sensibilizzare e supportare amministrazioni locali, policy makers ed operatori economici nell’intento di valorizzare le potenzialità di sviluppo territoriale.
Durante i lavori sono state presentate alcune esperienze già consolidate e replicabili, in tema di acquacoltura, sinergie tra Blue Growth & Green Economy, di pianificazione degli spazi marittimi e costieri (MSP&ICZM), di transizione energetica e combustibili alternativi, comunità energetiche, tecnologie del mare ed applicazione in settori diversi. La Blue Economy quale opportunità di sviluppo sostenibile per i territori è una carta vincente per la rinascita italiana dopo la pandemia sanitaria.
Dopo i saluti delle istituzioni del Comune di Gioia del Colle e Rete Antenna PON si è entrati nel vivo del dibattito. Daniele Bosio, co-presidente di West-Med e diplomatico del Maeci, ha ricordato il ruolo italiano nell’iniziativa WestMED istituita per aiutare le istituzioni pubbliche, le comunità locali e gli imprenditori di entrambe le sponde del Mediterraneo occidentale a sviluppare insieme progetti marittimi locali e regionali.
Bosio ha dichiarato: “E’ importante giungere alla stesura di un rapporto comune sulle opportunità energetiche del Mediterraneo e le opportunità di trasporto nel nostro bacino. WestMed sta lavorando per far aumentare le sinergie all’interno dei comuni del Mediterraneo e con le imprese della società civile per incentivare la cooperazione tra i paesi del Mediterraneo. Molti accordi sono stati intrapresi con la Tunisia che sotto quest’aspetto risulta essere molto attiva e presente. Altro aspetto importante su cui stiamo lavorando è quello della pianificazione marittima con l’aiuto della Commissione Intergovernativa Oceanica dell’UNESCO. Particolare attenzione dedicheremo agli strumenti di sviluppo delle città costiere e delle città metropolitane che sorgono lungo le coste, senza dimenticare l’importanza di attività umane quali la pesca, l’acquacultura, il turismo sostenibile e i trasporti. La Spagna risulta essere tra i paesi più attivi in ambito di acquacultura e valorizzazione della pesca. Inoltre, stiamo affrontando il focus coronavirus in rapporto alla blue economy, tematica che abbiamo l’urgenza di trattare e analizzare”.
L’avvocato Vito Bruno, Direttore Generale di ARPA Puglia ha ribadito: “La Regione Puglia ha dimostrato di essere tra le regioni con le acque più pulite d’Italia. Un patrimonio legato al mare che dobbiamo valorizzare e tutelare. Sappiamo di operare sulle direttive comunitarie che già dal 2000 sono importanti e indicative e in Puglia vi sono 704 stazioni di controllo delle acque marine che continuiamo a monitorare con estrema attenzione. Un patrimonio informativo molto importante che rendiamo disponibile sia per la ricerca che per le imprese e per comprendere quali risultati possiamo ottenere in termini di sviluppo e sostenibilità. Inoltre, molto importane è il lavoro che stiamo svolgendo con le realtà portuali, che stiamo implementando in ottica green e sostenibile. Tali elementi rappresentano opportunità economiche importanti per la nostra Regione affrontando la sfida di conciliare produttività e tutela delle coste e dell’ambiente”.
Giuseppe Palma dell’Associazione Nazionale delle Aziende Ittiche – Assoittica ha soffermato l’attenzione sulla pesca: “Il nostro settore industriale viene visto come l’anima nera della filiera, ma ritengo che sia sempre più importante sottolineare i dati della pesca e le nuove prospettive. In totale, tra acquacultura e pesca, siamo a quasi sette miliardi di euro di valore commerciale. Lo sviluppo dell’acquacoltura in questi ultimi anni è molto importante e abbiamo sviluppato un programma di collaborazione con l’Uzbekistan che genererà nuove prospettive di organizzazione commerciale e opportunità economiche. Bisogna insistere sullo sviluppo tecnologico della filiera e studiare nuove forme di organizzazione lavorativa, nuove opportunità di pesca e nuove possibilità di sviluppo e sinergia anche con gli elementi dell’innovazione tecnologica”. Sempre in rapporto all’innovazione e alle nuove prospettive della pesca, durante uno degli ultimi incontri della piattaforma, fu descritto da Franz Martinelli, presidente di Gi.&Me. Association, il progetto Surefish. Il progetto Surefish, vede lavorare assieme 13 partner di entrambe le sponde del Mar Mediterraneo (Egitto, Italia, Libano, Spagna e Tunisia), tra cui “Slow Food Tebourba Association” unitamente a Gi.&Me. Association, con il coordinamento dell’Italia da parte di ENCO SRL e l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
L’obiettivo è quello di valorizzare il patrimonio ittico del Mediterraneo, attraverso il monitoraggio e l’analisi della tracciabilità, della sostenibilità e dell’autenticità del pescato del nostro mare comune. Un network che si avvale dell’utilizzo di tecnologie e competenze su ICT, blockchain, etichettatura e imballaggi intelligenti, utilizzando metodi analitici e sensoriali innovativi per la tracciabilità e la valutazione della pesca. Dopo il capitolo pesca gli interventi hanno analizzato il rapporto dinamico esistente tra energia e blue economy, Gnl e nuove prospettive di diversificazione energetica del mare.
Andrea Barbanti del Consiglio Nazionale delle Ricerche e dell’Istituto di Scienze Marine ha ribadito: “La pianificazione degli spazi marini è importante per le comunità costiere locali. Dobbiamo valorizzare le sinergie tra la costa e il mare e gli approcci integrati dell’economia del mare non devono danneggiare il mare e gli obiettivi di natura ambientale. Tale progettualità si realizza attraverso l’elaborazione di piani strategici e il tema del coordinamento è importante per una dimensione che sia ultra-nazionale e internazionale. Gli stati membri possono raccogliere le informazioni e l’uso dei migliori dati ed elaborarli per pianificare piani di gestione dal livello regionale al livello internazionale. Il ruolo delle Regioni diventa estremamente importante e i piani devono corrispondere alle esigenze del territorio concedendo un ruolo proattivo alle realtà regionali”.
Tematiche che nel quadro delle iniziative del WestMed acquisiscono un piano centrale, evidenziando il contributo dato in tal senso dalla presidenza italiana dell’iniziativa che ha portato all’istituzione di un gruppo tecnico per il green shipping e il monitoraggio del mare.