Dall’amico di letto dell’Olanda al knuffelcontact del Belgio
“Accoccolati ad ascoltare il mare quanto tempo siamo stati senza fiatare”. Quante volte abbiamo provato a cantare “E tu” di Claudio Baglioni. Ed abbiamo sognato le coccole in riva al mare con il nostro amore. Quante volte ci siamo chiesti quale è il valore delle coccole. Abbiamo provate a definirle, a recintarle o a liberarle, fino ad addentrarci nelle famose e indefinite coccole spinte.
Durante la pandemia l’Olanda ha pensato agli “amici di letto”, cercando di venire incontro alle necessità dei single. “Un amico di letto” poteva essere considerato un congiunto a patto che fosse sempre lo stesso. Il Regno Unito ha introdotto la figura del “support bubble”, che significa bolla di sostegno, e permetteva a una persona che viveva da sola di incontrarne un’altra non convivente. In Italia abbiamo parlato tanto dei “congiunti” per indicare quei familiari che non vivevano sotto il nostro stesso tetto. Tutte soluzioni che avrebbero dovuto dare un po’ di sollievo alla solitudine e alla tristezza di quei mesi difficilissimi di pandemia.
In queste ultime ore si sta parlando del “compagno di coccole”, e a quanto pare questa volta è il Belgio a voler istituire il “knuffelcontact”.
Il Belgio travolto, come buona parte del mondo, dalla seconda ondata della pandemia deve fare i conti con 500mila casi e oltre 13mila morti. In questo momento però non vuole farsi trovare impreparato dal punto vista affettivo ed emotivo.
Il Corriere della sera, nell’articolo firmato dalla giornalista Greta Sclaunich, ha riportato le parole del premier Alexander De Croo che in vista del secondo lockdown aveva dichiarato: “Vogliamo un confinamento, non un isolamento”. Proprio per questo motivo il compagno di coccole servirà ad impedire quel terribile senso di totale abbandono che, durante il primo lockdown, ha devastato un po’ tutti.
Ogni membro di una famiglia ha diritto ad un compagno di coccole, ma chi è single potrà averne addirittura due.
Non bisogna dimenticare che questo periodo prevede comunque il distanziamento e bisogna rispettare i protocolli di sicurezza, in maniera rigida e inflessibile. Infatti, il governo ci ha tenuto a precisare con un messaggio presente sul sito dedicato alle misure di contenimento del virus: “Ogni membro della famiglia ha diritto a un compagno di coccole. Le famiglie ne possono invitare a casa uno alla volta e quando è presente non si possono ricevere altre visite”. La situazione non cambia per chi vive da solo: “Oltre al compagno di coccole può invitare un’altra persona, ma mai contemporaneamente”.
Insomma, l’intento è molto chiaro scongiurare quello che l’OMS aveva annunciato nei primi mesi del lockdown ossia i possibili rischi di cadere in depressione. Il dover stare da soli comporta una sofferenza che può trasformarsi in malattia psichiatrica.
Il 4 Agosto 2020 è stato pubblicato uno studio del San Raffaele di Milano che mostra gli effetti post isolamento. Complessivamente, i pazienti con una precedente diagnosi psichiatrica sono peggiorati e il 56% dei partecipanti allo studio ha avuto diversi disturbi e tra questi un 31% va attribuito alla depressione un 42% va attribuito all’ansia.
Le conseguenze dell’isolamento sociale sono state valutate anche da uno studio tedesco Heinz Nixdorf Recale, seguito accuratamente da Janine Gronewald e Dirk Hermann, presentato al Congresso dell’European Academy of Neurology. Dopo tredici anni di osservazione hanno rivelato che le persone, costrette a stare da sole, possono sviluppare malattie cardiovascolari e ipertensione. Stare lontani dagli altri non è una condizione naturale per gli uomini e questo conduce a problemi psichici e anche fisici. Il professor Jöckel, uno dei principali ricercatori dell’HNR, ci ha tenuto a sottolineare come lo studio è di particolare importanza anche per comprendere i dati emersi dalla pandemia.
Insomma, ben vengano le coccole, i baci, le carezze e gli abbracci. Sicuramente, saranno una vera e propria panacea per il nostro stato d’animo e la nostra emotività. In situazione del genere abbiamo bisogno di sentire la presenza di un sostegno e di un appoggio, quasi un porto sicuro in cui approdare dopo la tempesta.
Allora il “compagno di coccole”, “la bolla di sostegno”, “l’amico di letto” e “il congiunto” non conta come lo chiamiamo o lo definiamo, ma è importante che ci stia vicino per sentirci rassicurati e sereni. Per dirla con Topo Gigio, mitico personaggio della nostra infanzia: “strapazzami di coccole!” Questa la grande missione del knuffelcontact…!!!