Sul finire dell’estate in una calda sera del 15 settembre 1993 la vile mano mafiosa, con un proiettile sparato alla nuca, pose fine alla vita di don Pino Puglisi divenuto il volto del cambiamento all’interno della città di Palermo nel quartiere di Brancaccio uno dei quartieri più colpiti dalla povertà e dall’ignoranza.
In seguito al suo assassinio, venne riconosciuto tutto il suo impegno messo per la comunità di Brancaccio e di Palermo, e Il 15 settembre 1999 l’allora arcivescovo del capoluogo siciliano, il cardinale Salvatore De Giorgi, aprì ufficialmente la causa di beatificazione proclamandolo Servo di Dio. Il 23 Maggio del 2013 don Pino Puglisi venne proclamato beato.
A 27 anni dal vile omicidio, la Palermo degli onesti ricorda il sacrificio di un uomo volenteroso che ha dedicato la sua vita ad insegnare e accogliere i ragazzi abbandonati culturalmente che divenivano facili prede delle cosche mafiose.
Don Pino Puglisi conosceva bene i luoghi dove era cresciuto ed era consapevole dei problemi che affliggevano il suo quartiere, quello in cui egli predicava, e decise allora di rappresentare attraverso l’autorità della chiesa e dunque della religione, la bontà, l’autenticità e il cambiamento, per poter insegnare ai ragazzi abbandonati che si può sempre cambiare vita.
Il suo primo insegnamento era proprio basato sulla concezione che esiste sempre una strada alternativa che consente una vita normale e serena, una alternativa prevalentemente sconosciuta dai ragazzi stessi.
Nel 1991 durante una intervista di una emittente locale palermitana (Canale 46), don Pino Puglisi pronunciò parole di conforto e di speranza: “Ho visto bambini poveri, bambini lasciati così in mezzo a una strada dove diventano preda di persone senza scrupoli che poi li avviano alla violenza, alla devianza e quindi in quella zona così come in altre zone ci sono scippi, furti commessi da ragazzini magari che sono inconsapevoli di quello che fanno. Questi bambini avrebbero bisogno di un recupero etico, morale e cioè che riescano a capire quali sono i valori fondamentali della vita perché viviamo, perché siamo in questa società che cosa ci stiamo a fare…”