14 anni dopo Lo Spessore ricorda la giornalista Anna Stepanovna Politkovskaja, nata a New York il 30 agosto 1958 e barbaramente uccisa a Mosca il 7 ottobre del 2006.
Giornalista attenta e sensibile su temi relativi ai diritti umani, affrontò con forza e perseveranza la sua opposizione alla politica del governo russo di Vladimir Putin con inchieste e reportage sulla tragedia della Cecenia e molto altro.
Le sue origini ucraine e i genitori impiegati presso l’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) la indussero a studiare giornalismo laureandosi presso l’Università Lomonosov di Mosca nel 1980.
Nel periodo degli studi universitari Anna Stepanovna si sposò con un giornalista russo da cui ebbe due figli.
I suoi articoli per il giornale “Obščaja Gazeta” evidenziarono il grande talento, e il suo impegno si spinse anche a collaborazioni con canali televisivi e radio indipendenti dove prese a cuore la politica russa. Passando nel 1999 a scrivere per la testata giornalistica liberale “Novaja Gazeta”, gli articoli di Anna Stepanovna diventano terreno fertile per una fredda e pesante critica alla politica violenta e prevaricatrice del presidente Putin.
Con l’accentuarsi di una condotta governativa antidemocratica e repressiva nel Caucaso, la giornalista era diventata una paladina dei diritti umani in una sua lotta per la democrazia in Russia. Una voce divenuta pericolosa e scomoda proprio come ogni giornalismo che va a fondo a scavare laddove la gente non vede o non deve sapere.
Anna Stepanovna ignorò le conseguenti minacce che non tardarono ad arrivare.
Le colonne dei suoi articoli roventi acquisirono sempre più lettori quando un ennesimo evento sconvolse la Russia e il mondo intero: l’occupazione dei terroristi ceceni al teatro Dubrovka nel 2002 messa in atto con la volontà dei terroristi di trattare e mediare con il governo russo che per tutta risposta con un blitz micidiale inondò di gas il teatro uccidendo i terroristi e parecchi ostaggi.
Due anni dopo Anna Stepanovna prese un aereo per raggiungere Beslan dove era in corso un’altra occupazione di terroristi ceceni in una scuola piena di bambini al loro primo giorno di scuola. Senza nessuna volontà di avviare una trattativa o una mediazione, i soldati russi aprirono il fuoco in un blitz improvviso che causò la morte di tutti i terroristi ceceni e decine di bambini tenuti in ostaggio. Durante il volo in aereo per Beslan, Anna Stepanovna accusò un malore e fu costretta a rinunciare; un malore che secondo la giornalista in realtà si trattò di un avvelenamento che non riuscì a dimostrare.
Il 7 ottobre del 2006 dopo una giornata di lavoro un individuò le sparò cinque colpi di pistola mentre stava entrando in ascensore.
Non verrà mai dimenticata e ancora oggi premi e omaggi ricordano il suo estremo sacrificio e il suo valore come giornalista sempre alla ricerca coraggiosa della verità.