
Migliaia in coda per l’addio a Papa Francesco [foto: Ansa/Alessandro Di Meo]
Il 26 aprile 2025 si svolgeranno i funerali di Papa Francesco. In tutto il mondo c’è un gran fervore per questo evento. A Roma, sono attese decine di delegazioni straniere oltre a leader politici e religiosi provenienti da tutto il mondo. La macchina organizzativa per tutelare tutti e garantire la sicurezza è già in moto mostrando una notevole professionalità vista le complesse operazioni da svolgere e il poco tempo a disposizione. C’è chi, riferendosi ai funerali che si svolgeranno domani, ha parlato di “funeral party”, di spettacolo e di ipocrisia. Molti dei leader mondiali e dei politici che fanno parte delle 130 delegazioni internazionali che saranno presenti al funerale avevano opinioni molto diverse da quelle del Pontefice. Opinioni che hanno spesso manifestato usando parole durissime nei suoi confronti. Che senso ha per loro partecipare a questi funerali? Sin dal primo giorno del proprio pontificato, Papa Francesco ha sempre lottato per i più deboli e i più poveri. Ha condannato le guerre e i danni all’ambiente per mano dell’uomo e la brama di ricchezza dilagante (si pensi all’enciclica Laudato sii). Vedere al suo funerale leader politici che hanno fatto e continueranno a fare l’esatto opposto, suona come un’ipocrisia senza limiti. Leader come molti di quelli europei (inclusa la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen) che stanno facendo di tutto per portare l’UE alla guerra: da mesi si parla di una spesa di 800 miliardi di euro per armi e armamenti. Una decisione che dovrebbe servire ad essere preparati a combattere il nemico (quale?) come si legge nel Rapporto Niinistö (dal nome del suo autore, ex premier finlandese). Una decisione che molti hanno coperto di ridicolo leggendo del famoso zainetto per le prime 72 ore. A proposito, anche la Finlandia sarà presente ai funerali di Papa Francesco. Dimenticando la propria scelta di poche settimane fa di uscire dalla Convenzione di Ottawa, il trattato del 1997 che vietava ai paesi aderenti la produzione, lo stoccaggio, la vendita e l’uso delle mine antiuomo, spesso causa di morti e mutilazioni atroci anche decenni dopo la fine dei conflitti armati. Ora, questi ordigni assassini che causano morti e mutilazioni atroci (specie nei più piccoli) potranno costruiti e diffusi. Non solo “in” e “dalla” Finlandia: molti altri paesi europei (Lituania, Lettonia, Estonia e Polonia) hanno deciso di cancellare la propria firma dal trattato. Molti dei loro rappresentati saranno presenti alle esequie di Papa Francesco che aveva chiamato queste bombe: “subdoli ordigni”. Ora i leader dei paesi che non hanno ascoltato le sue parole saranno in Vaticano, tristi e addolorati per la scomparsa del Pontefice, scomodo per molti.
Ovviamente non mancherà Zelelnsky, in rappresentanza dell’Ucraina, unico paese europeo dove sono consentite le gravidanze a pagamento. Sono più di 30 le cliniche di riproduzione umana (a Kiev, Kharkov, Odessa, Dnipro) che “vendono” decine di migliaia di bambini partoriti da madri surrogate. Anche Zelensky sarà a Roma. Incurante del fatto chela sua posizione era diametralmente opposta a quella di Papa Francesco anche sul conflitto in Ucraina. Il presidente ucraino forse avrebbe voluto sedere accanto al presidente Trump, ma non sarà così. Dopo la visita fallimentare di Vance (il Pontefice aveva rifiutato di vederlo e l’incontro col cardinale Parolin, segretario di Stato vaticano, per discutere in particolare del tema dell’immigrazione, al centro di numerose frizioni tra la Santa Sede e l’amministrazione Trump era stato spigoloso), saranno Trump e la consorte a rappresentare gli USA. Peccato che, in modo molto poco gentile, i tycoon della Casa Bianca abbia già fatto sapere che “approfitterà” dell’evento per incontrare molti dei leader presenti. In altre parole ha detto che obiettivo del suo viaggio non sarà onorare Papa Francesco ma fare affari. Una necessità sempre più impellente dopo che, come hanno dichiarato gli analisti di tutto il mondo, i suoi primi cento giorni da presidente USA sono stati un fallimento: quasi nessuna delle assurdità che aveva promesso (dalla fine delle guerre in Ucraina e nella Striscia di Gaza al rilancio dell’economia americana imponendo dazi a mezzo mondo) si sono trasformate in realtà. Anche il suo spot per promuovere le macchine prodotte dal suo pupillo sembra essere stato un fallimento (visto il crollo delle vendite).
Per le esequie di Papa Francesco, in prima fila, accanto ai rappresentanti del governo italiano (quelli che hanno appena concordato acquisti di armi made in USA per dieci miliardi di dollari, senza pensare ai livelli di povertà estrema che in Italia stanno raggiungendo livelli terrificanti: secondo ISTAT sono oltre cinque milioni gli italiani in povertà estrema), ci sarà il presidente argentino Javier Milei. La persona che solo poche settimane fa, parlando di Papa Francesco lo aveva definito “Un imbecille! Rappresenta il male sulla terra e sta coi comunisti assassini!”. Anche lui sarà presente ai funerali del Pontefice. Ein prima fila.

[fonte foto: tp24.it]
Come era facile prevedere, la delegazione più numerosa sarà quella italiana: circa settanta persone. Dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Presidente del Senato Ignazio La Russa, a quello della Camera Lorenzo Fontana. E poi il presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso e il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. Tra i presenti anche politici che finora hanno sempre giustificato la strage (la Corte Penale Internazionale e alcuni rappresentanti delle Nazioni Unite hanno usato un altro termine per definirla: “genocidio”) di bambini per meno degli israeliani. Una strage che continua ancora oggi e per la quale nessuno ha ascoltato i ripetuti, accorati appelli di Papa Francesco. Alla manifestazione non sarà presente Netanyahu. Dopo la figuraccia diplomatica dei giorni scorsi (quando ha cancellato le condoglianze dai siti ufficiali) ha deciso di mandare una delegazione. Non è chiaro se per un impeto di coerenza o per il timore di essere arrestato (o di creare l’ennesimo scontro diplomatico) visto che su di lui pende un mandato di arresto internazionale. Situazione analoga per il premier russo Putin, anche lui grande assente (per lo stesso motivo) ai funerali di Papa Francesco. A rappresentare la Russia dovrebbe essere la Ministra della Cultura Olga Lyubimova.
Quanto al presidente cinese anche lui non dovrebbe essere presente. Eppure Papa Francesco aveva cercato in ogni modo di riaprire il dialogo con la Cina. Al punto da non ricevere il Cardinale Zen (candidato al Nobel per la Pace per il suo impegno per i diritti umani dei più deboli) volato in Vaticano per incontrarlo. Zen era tornato in Cina deluso e amareggiato dove gli era stato revocato il passaporto. Nei giorni scorsi, però, le autorità cinesi hanno nuovamente concesso al cardinale Zen il visto per recarsi al Vaticano.
Ai funerali di Papa Francesco parteciperanno centinaia di leader, capi di Stato, uomini politici che non hanno mai ascoltato (e forse nemmeno sentito) le parole di Papa Francesco. I suoi appelli accorati per la Pace (quella con la P maiuscola), per i più deboli (a cominciare dai migranti), per l’ambiente. A non poter partecipare saranno proprio le persone che lo hanno amato di più. Quelli ai quali lui ha sempre, sin dal primo giorno del suo pontificato, ha rivolto la parola. I più umili, i più deboli, i più bisognosi.
Quelli che non hanno bisogno e forse non hanno la possibilità di “apparire”, di dire “c’ero anch’io”. Saranno loro quelli a cui mancherà di più Papa Francesco. Ma non potranno essere presenti al suo funerale. In Vaticano, ci saranno i cardinali. È già iniziata la corsa per la scelta del suo successore. E già non mancano le polemiche. Secondo le regole previste dall’articolo 33 della Costituzione apostolica “Romano Pontifici Eligendo” esisterebbe un numero limite di cardinali elettori: non dovrebbero essere più di 120. Ma i cardinali che hanno i titoli per far parte del Conclave sarebbero più di 130 (c’è chi dice 135). E nessuno dei presenti sembra voler fare – umilmente, cristianamente – un passo indietro. C’è già chi ha detto che l’unica soluzione sarà abolire il vincolo dei 120. A farlo dovrebbe essere il Pontefice, ma visto ci si trova in un momento di vacatio, c’è chi ha detto che potrebbe farlo “motu proprio” il Collegio dei Cardinali prima del Conclave. Si tratterebbe di un cambiamento non da poco (dal punto di vista della fede e delle regole). Specie considerando che il primo impegno dei cardinali sarà scegliere il nuovo Papa.
La bara in cui Papa Francesco ha chiesto di essere riposto sarà presto chiusa. Oltre ad alcune autorità, a fargli visita, finora, sono stati poco meno di centomila fedeli. Pochi, pochissimi se si pensa che ogni settimana, a fare la coda per entrare negli stadi per vedere una partita di calcio sono centinaia di migliaia di tifosi (secondo alcuni dati, alle partite del campionato di calcio avrebbero partecipato mediamente oltre 30mila spettatori, con oltre 10milioni in 17 partite. A rendere così difficile porgere l’estremo saluto al Pontefice anche il costo degli alloggi: da qualche giorno, il Codacons ha deciso di monitorare l’offerta dell’accoglienza “turistica” in “zona Vaticano”. E pare che, per il week-end in cui si celebreranno le esequie del pontefice, il costo degli alloggi sia lievitato in modo inverosimile. Anche fino a 2.500 euro a notte (a confermare che si tratta di mera speculazione il fatto che passati questi giorni le tariffe scendono a livelli ben più miti).
Ma non c’è da stupirsi: anche questo fa parte del “funeral party”.